5.9.11

Passo passo per mari e per foreste

Allora, rientrati dalle vacanze? Avete comprato il primo numero di Etere vs the Internet per i vostri iPad dall'App Store??

Avete  un intero post di tempo per farlo, qualora vogliate rimediare ad una simile onta... Vi tengo d'occhio!

Comunque, veniamo a noi: che mari e che foreste sono le protagoniste di questo post? Semplice: i mari dei Caraibi, affollati di corsari e filibustieri, e le giungle della Malesia, tra tigri (che in realtà non ci sono) e piante esotiche. Ma non vi penserete mica che siamo qui a parlare di Jack Sparrow!
Nossignore, si va all'origine, si va dritti fino ad un ometto con dei buffi baffetti arricciati, che dalla sua "cassetta", come diceva lui, ripescava idee e trame da tessere e nelle quali far vivere leggende, leggende come il Corsaro Nero e Sandokan!
Parliamo, insomma, di Emilio Salgari, uno dei padri dell'Avventura nostrana che portava il lettore in luoghi che nemmeno lui aveva potuto visitare, lasciandolo al seguito dei filibustieri del mare o tra il fitto fogliame e le liane.

Lucca Comics and Games ha dedicato a lui il concorso "Lucca Junior", quest'anno, e per chiudere in bellezza un'estate ricca di alti e bassi ho deciso di parteciparvi rispolverando gli acrilici veri e propri, i pennelli e un bel foglio A3 Fabriano.

Seguitemi! (Dio quanto sono Alberto Angela... Abbattetemi!)

Non ho fatto la scansione del bozzettino grafico di partenza. In realtà ne avevo due: uno era più adatto ad una possibile cover qualora fossero le avventure a fumetti del Corsaro Nero... Dentro ad una locanda di Maracaibo, il Corsaro, Carmaux, il loro compare nero e un infiltrato Salgari si mettevano in guardia stretti contro un muro, incalzati dagli sgherri del Governatore. Il tutto con il nero che solleva un grosso tavolaccio, il Corsaro fiero in guardia e un piccolo Salgari stupito che scrive su fogli e fogli, come se fosse la cronaca della scena stessa.
Non mi piaceva.

Allora sono passato a un'idea molto più semplice, più classica, anche, per certi versi... Ho pensato ad un volto diviso in due metà esatte: alla sinistra sarebbe stato il volto del Corsaro Nero, alla destra quello di Sandokan, e la demarcazione tra le due metà sarebbe stat coperta dal dorso di una lama damasco, sulla quale si rifletteva un attonito Salgari, come se fosse faccia-a-faccia con i sue due eroi più noti.
Ok, l'idea era semplice ma mi aveva preso. Così sono andato al computer, e ho iniziato a scartabellare cercando due attori la cui fisionomia potesse tornarmi utile.
Per le vie più strane sono caduto su Jeremy Irons (per il Corsaro) e Christian Bale (sì, lo so... Ma è solo per una linea guida!)
Montando tutto grossolanamente, al fine di avere uno schema di lavoro su cui ragionare nel dettaglio, ho tirato fuori questo:


Grezzo, eh? Vi avevo avvertito...
Quindi, passando prima per un Fabriano F4, ho iniziato a lavorare sulle matite. Ecco il primo step:


Solo che il tutto era strizzato, come giustamente mi ha fatto notare Fed, così si è reso necessario ampliare l'impaginazione e dare aria attorno ai personaggi. Ah, sì, fate pure dell'umorismo facile, dite pure che per fare Salgari ho preso Maurizio Costanzo come modello!


Ah, finalmente si respira!
Ok, potete immaginarlo ma nel dubbio ve lo dico: fare la guardia della spada è stato veramente quello che gli anglofoni definirebbero a pain in the ass, ma vedrete che il risultato, alla fine della fiera, sarà anche migliore.
Scansionata l'immagine, le cui matite erano comunque molto leggere, come vedrete, ho iniziato a stendere le basi. Sì, sull'originale, per due motivi: a) sono pazzo b) tutte le copisterie nella mia zona erano chiuse per ferie...


A questo punto, dopo mesi, come vi dicevo, che non toccavo acrilici se non sui modellini, iniziano i turbamenti e la parte più difficile: convincersi che si è solo all'inizio e non rifare tutto daccapo, tenere duro e non aver fretta di vedere il risultato completo in un battibaleno.
Vi assicuro che è stato più difficile del previsto...
Come vedete ho iniziato dal Corsaro Nero, delineando appena il tono della giungla per Sandokan. Belli i baffi alla Lee Van Cleef, eh?


Dopo una chiacchierata con Fed decido che è meglio tenere uno stile "netto", con passaggi di colore ben individuabili ma che vadano a formare la sfumatura che desidero una volta visti nell'insieme. Il volto ne è un buon esempio ma il mantello nero del Corsaro lo è ancora di più.
Quando si colora sul nero la cosa a cui bisogna sempre pensare è che i colpi di luce non dovranno mai dare l'impressione che si tratta di un capo grigio fortemente in ombra, invece di un capo nero con una luce diffusa tra le sue pieghe.
Nel frattempo spuntano le sartie e lo scafo del vascello pirata, mentre il guanto impugna l'elsa della spada. Sì, anche i baffi sono stati leggermente schiariti per volumizzarli.


Arriva Sandokan! E si svelano gli altarini: non avevo assolutamente voglia di fare la giungla alle sue spalle, a differenza del cielo del Corsaro... Ecco perché ho rischiato un po' e ho deciso di partire con le basi del nostro eroe. Se confrontate con le matite noterete che gli ho allungato leggermente la barba ma soprattutto stretto la mascella, per renderlo meno buff e un po' più accattivante. Anche sull'occhio ho lavorato assottigliandolo e rendendolo più determinato.


Ho delineato il pellame di Sandokan con qualche colpo di luce, volevo che, a differenza della sua controparte marinara, la Tigre di Mompracem desse l'idea di trovarsi in un clima umido, caldo, una giungla, appunto. Per questo, nonostante la pelle scura, ho preferito dargli un colpo di luce così tagliente.
Passiamo oltre e via con alcuni dettagli della barba e i primi lavori per definire meglio il turbante:


Anche in questo caso ho preferito accantonare il disegno a matita che avevo sotto, e ripensare il turbante in modo più semplice e meno invadente, e anche più plausibile. Passiamo a lavorare sui capelli e soprattutto, perché mi piace l'effetto ottenuto, sul gilet:


Mi premeva distinguere i due protagonisti: da un lato i capelli crespi di un uomo mediterraneo (Roccabruna è, o non è, il Signore di Ventimiglia, in fondo!), dall'altro i capelli fluenti e nerissimi di un asiatico, in effetti più simili a quelli degli Indiani, con tutti i riflessi lucidi del caso (sempre per il discorso del clima umidissimo della giungla).
Ho anche definito il colletto e i decori della giacchetta, ma soprattutto volevo una bella tinta blu che desse l'idea di un colore vivo, elettrico, quasi nobiliare per qualità.


Mai aprire i tubetti di colore nelle vicinanze del disegno... I puntini bianchi che compaiono, e che saranno poi corretti in seguito, sono infatti gli schizzi nebulizzati dal tappo dell'acrilico aperto con troppo brio... Comunque: tornando al pain in the ass, ecco che inizio a definire l'elsa e la guardia della sciabola, stendendo anche il grigio e il bianco per dare un buon effetto di sfericità e tridimensionalità: volevo l'arma venisse fuori verso il lettore.


Perché la cosa funzionasse al meglio, oltre a dover tenere uno stile più sfumato e meno netto sulla guardia, applicando acrilico bianco a sottolineare la rotondità del pezzo, ho ovviamente definito ciò che sta dietro la spada stessa, riprendendo i colori dei personaggi senza seguire i contorni precisi dei ricami e degli intarsi: in questo modo l'illusione è che i ricami continuino anche sul lato opposto rispetto a chi guarda. Del resto, come dicevamo, è una mezza sfera, non un semicerchio.


Arriviamo al cameo di Salgari, che si specchia nella lama del Corsaro mentre è seduto al suo tavolino a scrivere le pagine delle Avventure. Ho cercato di riprendere tanto l'aspetto fisico dello scrittore quanto le sue abitudini, che ho scoperto leggendo l'introduzione al volume di Einaudi dedicato proprio al Corsaro Nero: sempre la stessa penna, praticamente autocostruita, allo stesso tavolino nella sua stanza con una ricca libreria. Spero si intuisca il tutto.
Ah, il riflesso dell'acciaio damascato è stato ripreso da esempi su una lama vera e realizzato con uni posca ultrafine, fine e con anche alcuni ritocchi ad acrilico.


Siamo in dirittura d'arrivo, inizio a togliere lo scotch di carta dal lato del Corsaro Nero, che do per terminato. Quindi affronto la cruda e dura realtà e mi metto al lavoro sulla Giungla dietro a Sandokan, cercando di contrastare al meglio l'immagine in modo che risalti il nostro eroe senza perdersi nel marrone dei tronchi o nello scuro del fogliame. Direi missione compiuta!
Come vedete, inoltre, ho pensato di giocare con l'impaginazione e spingere ancora il pedale dello sfondamento spaziale: la lama della spada, infatti, scavalca il bordo bianco.
Volete vedere il risultato finale? Mi pare giusto... Eccolo qui, questa volta non fotografato ma scansionato:


Il titolo? "Dai Caraibi a Mompracem" e, speriamo, anche in mostra a Lucca Comics & Games 2011!

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