1.1.11

And so this was Christmas

Nelle tappe di un blog ci sono sempre momenti come questo: momenti in cui senti impellente il bisogno di scusarti per l'assenza, per il silenzio stampa, per non aver onerato eventuali obblighi con altrettanto eventuali lettori.

Lungi da me dal farlo, devo dire che la cosa è passata più volte nella mia mente, ma per un fatto più che altro intimista: non aggiornare il blog è come mancare una scadenza, perdere un ritmo o andare fuori tempo, è una cosa che inizio a mal soffrire, come il silenzio e i periodi vuoti.

Cosa sarà questo 2011 per me? Difficile a dirsi, c'è una forte spinta che mi porta beneficamente verso nuove avventure e che potrebbe condurmi alle prime pubblicazioni e all'ingresso in un mondo del quale desidero far parte e del quale vivere. Ma c'è anche un enorme scoglio di realtà che potrebbe nascondere secche e mulinelli dove arenarsi: il mondo che circonda la mia generazione è terribile e questo paese fa pena, prima che schifo.

Il paese della Cultura, il paese della Storia e degli illustri antenati si è tramutato nel nemico numero uno del progresso e dell'Arte, in ogni sua forma.

Tanto finché il pallone rotola e Vasco canta si è tutti tranquilli...

1 commento:

  1. La ricetta credo che sia il buon vecchio "think positive" e qualcosa di buono si smuoverà di sicuro. e se non si smuove, beh, noi siamo più resistenti di prima col nostro pensiero ! ;)

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